Promuoversi nell’era digitale significa utilizzare non soltanto gli strumenti di comunicazione tradizionale, ma anche quelli digitali. Oltre a studiare bene le strategie di web marketing e advertising online, però, d’ora in poi bisognerà prestare molta attenzione alla normativa vigente in materia di comunicazioni commerciali, comprese quelle web. Soprattutto da oggi, 21 gennaio, giorno in cui entra in vigore il nuovo Codice della Comunicazione Commerciale (versione riveduta ed ampliata del tradizionale Codice di autodisciplina pubblicitaria). Esteso ora anche a direct marketing, web advertising, banner e sponsorizzazioni internet, il nuovo testo abbraccia infatti un po’ tutte le forme odierne di pubblicità-comunicazione commerciale. Da starci attenti. In pratica, l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria potrà intervenire su tutte le promozioni sui new-media, che si tratti di marketing o pubblicità vera e propria. Mentre fino ad oggi si poteva agire con una certa libertà, con la riforma del vecchio codice viene recepita la direttiva comunitaria 2005/29/CE, che invita a un monitoraggio complessivo delle diverse tipologie di promozione ai fini commerciali attraverso i mezzi di comunicazione. Sfruttando un approccio al monitoraggio dei contenuti tipico dei media tradizionalmente pubblici, la nuova normativa attribuisce ora all’Istituto il controllo su tutte le comunicazioni pubblicitarie aziendali, che sono di natura privata: d’ora in poi le imprese dovranno seguire attentamente le regole a tutela del consumatore e della concorrenza, per evitare sanzioni. A vigilare sul rispetto del Codice - che ha natura contrattuale - sarà la figura di un giudice privato. In effetti, si tratta di un vero e proprio codice di condotta che, pur non vincolato da disposizioni legislative dello Stato, definisce una serie di comportamenti che le imprese si impegnano a rispettare. Gli aspetti positivi? Di certo più chiarezza nei vincoli e, ci si augura, maggiore concorrenza e spazio per i piccoli operatori. Il fine ultimo, secondo il presidente dell’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria Giorgio Floridia, dovrebbe essere quello di snellire le vecchie procedure di supervisione, a vantaggio della stessa business community. Vedremo. Intanto quel che è certo è che il nuovo sistema ha il vantaggio di dare vita a un’arena di comunicazione/marketing meno selvaggia e più attenta alla veridicità e
accuratezza dei contenuti e delle proprie offerte. Cosa cambia quindi per le aziende? Più che altro il vincolo a non scadere nella “pubblicità ingannevole” o nella mancanza di trasparenza. Buone norme che di fatto diventano ora disciplina, come lo sono già da tempo per i tradizionali operatori pubblicitari. Adeguarsi spaventerà un po’ i responsabili marketing delle aziende che operano molto sul web. Tuttavia sta di fatto che, pur con qualche incertezza, a partire da oggi ci si dovrà uniformare al nuovo modello.
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